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Qual è la colonna sonora del nostro 25 aprile?

Quali sono le canzoni alle quali siamo più legati e quelle che sono diventate l’ascolto privato che ogni anno ci accompagna nel giorno della festa? Ognuno di noi ha la sua risposta.

L’Arci di Reggio Emilia ha posto la domanda al maestro Vinicio Capossela, che sarà in concerto al teatro Valli il prossimo 7 maggio, al chitarrista Jukka Reverberi, membro fondatore dei Giardini di Mirò e alla maestra di piano Sara Dieci, docente di Storia della Musica all’Accademia di Belle Arti di Bologna e al Liceo Marconi di Parma.

Sono arrivati così tre contributi originali, tre brevi video che saranno pubblicati sulle pagine social dell’associazione reggiana nel corso della mattinata del 25 aprile. Se, per quanto riguarda Capossela e Reverberi e i loro consigli di ascolto o piccole playlist, bisognerà attendere giovedì mattina, della clip video prodotta dalla maestra Sara Dieci sappiamo che ruoterà attorno alla bellissima e misteriosa storia di Bella ciao che secondo alcune delle ipotesi formulate nel corso degli anni affonda le sue radici proprio nelle risaie delle nostre terre.

La fortuna incontrastata di questo inno della Resistenza italiana a distanza di tanti anni continua a crescere. Le melodie popolari e yiddish che la compongono ancora oggi passano di bocca in bocca, attraversano il tempo, solcano i mari, vengono catturate dalla cavernosa voce di Tom Waits, divengono canto iconico nella colonna sonora della fortunata serie La Casa di Carta, per non dire delle innumerevoli esecuzioni in ogni angolo del mondo, in ogni piazza che chiede libertà. Un forza, quella di Bella ciao, negli anni sessanta cantata anche da Yves Montand, forse legata proprio alla sua semplicità e a quella sua capacità di sintesi che in pochi versi racconta tutte le facce della Resistenza.

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